La deblattizzazione consiste nel bonificare un ambiente dalla presenza delle blatte, in particolare delle specie più diffuse e pericolose dal punto di vista sanitario, quali la Periplaneta americana (blatta rossa), la Blatta orientalis (scarafaggio nero comune), la Supella longipalpa (blatta dei mobili) e la Blattella germanica (blattella fuochista).
Le blatte sono tra gli infestanti più pericolosi per la salute dell’uomo in quanto possono contaminare i cibi e trasmettere in tal modo numerose malattie di notevole importanza sanitaria.
Le zone di riproduzione e diffusione di questo infestante sono sia urbane (impianti della rete fognaria cittadina) che private (reti di collegamento agli impianti fognari urbani, servizi servizi sanitari e cucine di abitazioni e di attività di ristorazione, magazzini di prodotti alimentari, impianti di lavorazione, etc.).
L’attività preliminare consiste nell’identificazione della specie, in modo da indirizzare la lotta verso le aree a maggior rischio e di adottare la tecniche d’intervento più idonee, in funzione dell’ambiente in cui si opera.
Come viene effettuata la deblattizzazione?
La deblattizzazione viene preceduta da un’attività di monitoraggio che consente l’identificazione della specie presente e la sua distribuzione in un determinato ambiente.
Tale operazione viene condotta attraverso un’accurata ispezione visiva e l’uso di specifiche trappole a cattura, attivate con feromoni, sostanze chimiche normalmente prodotte dell’insetto, ma sintetizzate in laboratorio.
Le trappole collanti possono anche consentire di svolgere una lotta diretta, qualora il livello di infestazione sia molto contenuto.
Il monitoraggio preliminare, oltre a consentire una valutazione del presumibile livello di infestazione iniziale, rappresenta un fondamentale indicatore dell’efficacia, nel tempo, della strategia di controllo, pianificata sulla base di uno specifico programma di lotta chimica.